I riflettori a Wall Street sono puntati sulla riunione della Federal Reserve. Alle 20 italiane l'istituto con sede a Washington annuncerà la sua decisione e mezz'ora più tardi è in agenda la conferenza stampa del chairman Jerome Powell.
Una riduzione da un quarto di punto rappresenta lo scenario più probabile, ma non si esclude un intervento più deciso. Gli operatori già prezzano quattro ulteriori tagli entro marzo del prossimo anno, ma l’elemento decisivo non sarà soltanto l’entità del taglio, bensì il contesto macroeconomico in cui esso si inserirà.
Come osserva Scott Chronert, strategist di Citi, “il tema più ricorrente nelle conversazioni con i clienti riguarda chi beneficerà davvero da tassi più bassi. La risposta, tuttavia, è condizionata dall’andamento dell’economia”. In altre parole, la semplice discesa dei Fed funds non basta: conta la pendenza della curva dei rendimenti e, soprattutto, lo stato di salute della prima economia.
Riunione Fed: scenari divergenti per gli investitori
La storia insegna che una politica aggressiva di tagli ai tassi non sempre si traduce in un rally lineare dei titoli più sensibili al costo del denaro. In presenza di un’economia rallentata ma ancora “persistentemente positiva”, Chronert prevede vantaggi per i titoli growth, le small e mid cap, e più in generale per gli asset più lunga duration. Al contrario, un peggioramento del quadro macro imporrebbe agli investitori di riposizionarsi sui difensivi e sulle low beta, meno volatili e più resilienti.
L’analisi di Citi fotografa due scenari contrapposti:
- quando la curva dei rendimenti si irripidisce e i dati macro sorprendono in positivo, i titoli più sensibili al calo dei tassi hanno mostrato una crescita media annua composta del 14,2% in due anni.
- Se però lo stesso movimento della curva è accompagnato da dati negativi, le performance si dimezzano al 6,9%, mentre i titoli meno sensibili possono arrivare a guadagni del 18,3%.
“La lezione è chiara”, scrive Chronert: “il contesto economico sarà determinante per la reazione dei mercati a una nuova ondata di tagli della Fed. Più solido lo scenario, più attrattivi diventano i titoli ciclici e le asset class a più lunga duration”.
I titoli sotto i riflettori con il taglio dei tassi Fed
In questo quadro, Citi individua alcuni nomi che mostrano la maggiore sensibilità alla discesa dei tassi da parte della Fed. Gap, ad esempio, dopo un 2025 in leggero calo, ha messo a segno un recupero superiore all’8% nell’ultimo trimestre, nonostante l’allarme lanciato ad agosto sull’impatto dei dazi sui margini. Il gruppo retail ha annunciato anche l’espansione nel segmento beauty, iniziativa accolta positivamente dal mercato.
Altro caso emblematico è EchoStar, protagonista assoluta tra i titoli telecom. Il titolo ha registrato un’impennata di oltre il 200% da inizio anno e del 180% negli ultimi tre mesi, alimentata dall’accordo per la vendita di licenze di spettro a SpaceX per circa 17 miliardi di dollari. Una mossa che ha spinto Deutsche Bank Research ad alzare il target price a 102 dollari.
Se da un lato le opportunità non mancano, dall’altro la vera bussola per gli investitori resta l’evoluzione del ciclo economico. Più che il livello dei tassi Fed, sarà la direzione dell’economia a dettare quali settori e quali titoli saranno i veri vincitori della prossima fase di politica monetaria.