I BRIC sono sotto i riflettori. Dopo l’incontro al vertice a Pechino tra i leader di Cina, India e Russia, il cosiddetto sud del mondo sta reagendo di fronte alle forzature di Trump nel tentativo di compattarsi e riempire quel ruolo di leadership politica ed economica che, secondo il punto di vista dei leader di questi Paesi emergenti, spetta ad economie dinamiche e popolose come quelle che compongono proprio il blocco BRIC.
BRIC è una sigla inventata ad inizio secolo per raggruppare i quattro Paesi emergenti con le maggiori possibilità di sviluppo. Nelle intenzioni del suo creatore, Jim O’Neill di Goldman Sachs, entro il 2039 le economie di Brasile, Russia, India e Cina avrebbero superato quelle del G6 (USA, UK, Italia, Giappone, Germania e Francia). Negli ultimi anni è stata aggiunta la S per etichettare il Sudafrica.
Ho dedicato l’anno scorso un articolo all’unico ETF in circolazione che vorrebbe replicare un ipotetico indice (ETF: quei BRIC diventati oggi...BIC). Le sanzioni imposte sugli asset finanziari russi ha tolto le azioni del Paese da questo paniere a cui si è aggiunto un evidente sbilanciamento a favore della Cina che copre oltre l’80%.
In quell’articolo feci notare comunque gli interessanti livelli tecnici raggiunti dall’ETF che aveva toccato i 15 euro prima di rimbalzare e oggi prezzare a oltre 22 euro per quota. Una scommessa che sarebbe stata vinta.
Un indice per monitorare l'andamento dei B(R)IC, ma non ci sono ETF
Ma c’è un altro indice ben più equilibrato nella sua forma, ma purtroppo non replicato da nessun ETF, che ci può dare effettivamente la misura di come le azioni dei BIC (la Russia per il momento è esclusa) si stanno muovendo. E qui la parte grafica si fa ancora più intrigante.
Intanto una premessa su come è formato questo indice, in origine con le 40 società più capitalizzate dei quattro Paesi (poi diventati tre) di riferimento, con ogni Paese rappresentato da un numero uguale di società.
Dal sito di Stoxx, provider dell’indice, scopriamo che le prime azioni in portafoglio sono HDFC BANK, CHINA CONSTRUCTION BANK, ITAU UNIBANCO, VALE, ICICI, RELIANCE INDUSTRIES, BYD.
Analisi dell'indice
Come si dice in questi casi un grafico vale più di mille parole, ma qualcuna la spenderò. Dopo il crollo del 2008 l’indice Dax Global BRIC si è mosso all’interno di un ampio trading range a massimi e minimi decrescenti senza mai più ritestare quei top storici. Nel 2023-2024 il tentativo di sfondare verso il basso che avrebbe creato le premesse per una caduta nei prezzi clamorosa compromettendo il comunque già deludente andamento dell’asset class azionaria emergente.

Sarebbe stata la fine del sogno emergente, ma da inizio 2025 una reazione più convincente sta riportando i BIC sopra la vecchia up trend line. A questo punto si alzano le probabilità di un ritorno nella parte alta del range in quella che sembra una fase di accumulazione che nei prossimi anni probabilmente interromperà questo lungo periodo di sottoperformance relativa. Ricreando forse le premesse per un overweight di questa asset class.