Banca MPS ha alzato la posta per l'acquisizione di Mediobanca, aggiungendo alla sua Offerta pubblica di acquisto una componente in contanti per 750 milioni di euro e abbassando la soglia di accettazione dal 66,67% al 35%. Secondo quanto si legge in un comunicato della banca toscana, verranno portati in offerta ulteriori 0,90 euro cash per ogni azione Mediobanca che si sommeranno alla quota di 2,533 azioni MPS originariamente offerte.
Il nuovo prezzo incorpora un premio dell'11,4% rispetto al valore delle azioni Mediobanca di 14,667 euro, corrispondente al prezzo ufficiale di 15,227 euro rilevato alla data di riferimento della proposta (23 gennaio 2025) al netto del dividendo in acconto di 0,56 euro pagato da Piazzetta Cuccia in data 21 maggio 2025.
Tutto ciò sulla base del prezzo delle azioni MPS di 6,093 euro, risultante dal valore di riferimento di 6,953 del 23 gennaio al netto del dividendo di 0,86 euro pagato in data 21 maggio 2025.
La nuova offerta valuta Mediobanca circa 16,95 miliardi di euro all'ultima chiusura alla
Borsa di Milano.
MPS: cosa spiega l'aumento dell'offerta per Mediobanca
Sulla base di quanto deliberato dal Consiglio di amministrazione di MPS, la decisione relativa all'aumento del corrispettivo per acquisire Mediobanca ha tenuto in considerazione vari aspetti, quali:
- i dati di mercato più recenti; la situazione economico-patrimoniale delle due banche nella prima metà del 2025;
- il piano strategico "One Brand - One Culture" aggiornato e pubblicato da Mediobanca il 27 giugno;
- gli effetti economico-patrimoniali e finanziari conseguenti a una partecipazione di MPS del 35%, del 66,67% e del 100% del capitale sociale della rivale.
Finora gli investitori dell'istituto guidato da Alberto Nagel hanno offerto circa il 28% delle azioni, stando a un deposito normativo del 29 agosto, ancora al di sotto del 35%, nuova soglia minima per rendere valida l'operazione. Intanto, sulla base delle comunicazioni rese al mercato, alla data di ieri, la famiglia Lucchini ha continuato a scaricare azioni Mediobanca attraverso le sue due finanziarie: Sinpar, guidata da Silvana Lucchini che ha ceduto 47.283 azioni al prezzo medio unitario di 20,7 euro; e Gilpar, condotta da Michela Lucchini, che ha liquidato 23.643 azioni allo stesso prezzo medio. Il periodo di adesione comunque scade l'8 settembre.
La mossa di Rocca Salimbeni ha lo scopo di stimolare gli azionisti di Mediobanca a cedere le loro quote e, in tale contesto, MPS ha confermato gli obiettivi precedentemente comunicati, quali i dividendi e i benefici fiscali che si aspetta dalla transazione.
Più nello specifico, la banca senese ritiene di attuare una politica dei dividendi sostenibile nel tempo con pay-out ratio fino al 100% dell'utile. A supporto di ciò, la previsione di un'elevata profittabilità, con sinergie stimate in circa 0,7 miliardi di euro annui e l'utilizzo delle imposte differite. Inoltre, l'istituto guidato da Luigi Lovaglio ha affermato che manterrà una solida base di capitale al completamento della transazione, con un CET1 ratio di circa il 16%.
"La decisione odierna di aggiungere una componente in contanti all'offerta interamente in azioni di MPS per Mediobanca dovrebbe aumentare l'adesione degli azionisti, offrendo a MPS due vantaggi chiave", ha commentato Jérôme Legras, Head of Research di Axiom Alternative Investments. "In primo luogo, il consolidamento di Mediobanca aumenterebbe la redditività di MPS, consentendole di utilizzare la notevole quantità di cosiddette DTA o 'deferred tax assets' di cui dispone, con un impatto significativo sul prezzo delle azioni dell'entità combinata. In secondo luogo, l'impatto negativo della transazione sul CET1 sarebbe molto minore con un tasso di successo del 100%, con potenzialmente centinaia di punti base di differenza di CET1".
Quali conseguenze?
Se MPS dovesse condurre in porto l'operazione Mediobanca, nascerebbe il terzo polo bancario - che si affiancherebbe a Intesa Sanpaolo e UniCredit - con asset per oltre 200 miliardi di euro. Inoltre, questo rappresenterebbe un passo storico per la banca più antica del mondo dopo un lungo e travagliato periodo di ristrutturazione a seguito del salvataggio statale e della successiva nazionalizzazione.
"L'accordo porterà a un nuovo campione bancario italiano nel campo del retail e commercial banking, della gestione patrimoniale e dell'investment banking", ha affermato il Ceo Lovaglio.
La scalata supererebbe le resistenze del Board di Mediobanca, che ha considerato l'approccio del predatore "iniquo e inadeguato" e ha consigliato ai suoi azionisti di sostenere l'indipendenza dell'istituto milanese. Tra l'altro, nel tentativo di respingere l'assalto di MPS, gli amministratori di Mediobanca avevano proposto ai suoi azionisti di acquistare Banca Generali, di proprietà per il 50,17% di Assicurazioni Generali, mettendo sul piatto la partecipazione del 12,77% nel Leone di Trieste. Tuttavia, il piano è stato bocciato dall'assemblea degli azionisti del 21 agosto, trovando l'opposizione di importanti esponenti come l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone che, insieme alla Delfin della famiglia Del Vecchio, sostiene la scalata di MPS.